Scuola della Parola 26.5.15

Pubblicato giorno 26 maggio 2015 - Scuola della Parola - Abramo

Informato da Dio sul futuro di Sodoma, Abramo inizia un dialogo aperto e franco sulla giustizia e la misericordia di Dio.

Qui il foglietto:

Scuola della Parola 26.5.15 web

Segue un capitolo tratto dal libro “Sette madri” della scrittrice israeliana Yochi Brandes:

Il racconto dell’annunciazione della nascita termina con l’apparizione diretta di Dio ad Abramo, durante la quale lo rende partecipe del Suo progetto di dare fuoco a Sodoma. Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, Abramo non si prostra per terra per la meraviglia e la gratitudine di essere stato unito al consiglio superiore di coloro che prendono decisioni, ma rimane davanti a Dio come raro coraggio e gli dice le parole eterne:

“Il giudice di tutto il mondo non farà giustizia”

Abramo esprime la sua amara delusione per l’infimo imbroglio morale del Signore del mondo, e cerca di convincerlo che una punizione collettiva non è ammissibile. Ma invece di portare motivi morali, si immerge in una faticosa discussione matematica, al cui centro c’è una serie numerica decrescente della quantità di giusti a Sodoma (50, 45, 40, 30, 20, 10).

Ci saranno di quelli che diranno che Abramo è una persona fastidiosa insopportabile e un rompitore senza sosta, ma a mio personale avviso, si segnale qui proprio come una luce preziosa e si pone alla testa di una fila di grandi della nazione, giganti davvero, che osarono litigare con Dio e difendere gli uomini di fronte alla Sua ira bruciante – da Mosé fino a Rabbi Levi Izak da Berdicev e al Rebbe di Kotzk (i padri del Chassidismo). Al Rebbe di Kotzk è attribuita uno dei detti più splendidi che io conosca, che racchiude in sé con un coraggio incredibile il sistema di rapporto tra l’uomo e Dio (dico che il detto è attribuito a lui, perché il Rebbe di Kotzk è un po’ il George Bernard Shaw dell’ebraismo, e noi gli attribuiamo praticamente qualunque detto famoso che ci è conosciuto). Nel Libro dei Numeri compare un versetto conosciuto; “Non farete così con il Signore vostro Dio”. Secondo la lettura semplice è chiaro che il significato della parola “ken” sia “così”. Nei versetti precedenti si parla dei tanti templi dei pagani, ed il versetto dice che il Dio d’Israele non vuole che Gli sia fatto così, cioé molti templi, ma desidera un solo tempio. Viene il Rebbe di Kotzk, strappa il versetto dal suo significato (a quanto pare non temeva che Dio avrebbe gridato che toglievano le Sue parole dal contesto) e lo interpreta con una semplicità geniale: “Non fate sì al Signore vostro Dio”. Non siate quelli che dicono sempre sì a Dio. Non obbedite con sottomissione a tutto ciò che fa o ordina.

Che peccato che tra pochi capitoli Abramo dirà sì a Dio ed andrà a legate suo figlio con un’obbedienza sottomessa e totale, senza nulla dire.

Quanto è diverso l’Abramo della legatura d’Isacco dall’Abramo di Sodoma che sta ritto davanti a Dio e Gli dice: “Il giudice del mondo non farà giustizia”?!