III Domenica di Quaresima
-legumi-
“Prendi intanto grano, orzo, fave, lenticchie, miglio e spelta, mettili in un recipiente e fattene del pane” (Ez 4,9).
Il Signore chiama Ezechiele a compiere un’azione profetica: comportandosi, mangiando e vivendo come un prigioniero deve annunciare a Gerusalemme ciò che avverrà allontanandosi da Dio. Questo pane di cereali e legumi diventa dunque segno di sofferenza, ma anche della volontà di Dio di nutrire di Sé il Suo popolo.
Nella Bibbia per lo più non si parla esplicitamente di “legumi”, ma essi sono certamente compresi in quelle “erbe” di cui l’uomo fin dall’origine della Creazione è chiamato a nutrirsi (Gen 1,29; 3,18; 9,3). Essi sono dunque la base del sostentamento dell’uomo e sono dono di Dio, che tutto ha creato per amore dell’umanità.
Il più noto racconto in cui compare un legume è la famosa vendita della primogenitura da Esaù a Giacobbe. In realtà Esaù parla di “minestra rossa” (in ebraico è הָאָדֹ֤ם הָאָדֹם֙ הַזֶּ֔ה lett.
“il rosso, rosso questo”), forse pensando fosse una zuppa a base di sangue di qualche animale. Alla fine del brano ci viene però spiegato che si trattava di “minestra di lenticchie”.
Nelle vicende della lotta tra Assalonne e Davide, quest’ultimo giunge oltre il Giordano, dove viene rifocillato: “portarono giacigli, coppe e vasi di terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, miele, panna e pecore e formaggio di mucca, per Davide e per la sua gente, perché mangiassero; infatti dicevano: “Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto”.” (2Sam 17,28s.)
All’inizio del Libro di Daniele, ci vengono presentati i quattro giovani, Daniele, Anania, Misaele e Azaria, accolti nella reggia di Nabuccodonosor per diventare suoi servitori. Essi però non vogliono contaminarsi con i cibi del re come gli altri prigionieri, e per questo chiedono di ricevere come alimento solo “verdure ed acqua”. Anche qui probabilmente ci si riferisce a dei legumi: alla fine del periodo di prova, nonostante questa dieta, essi risultarono essere più belli e floridi di tutti.
L’unica citazione esplicita dei “legumi” la troviamo nel Nuovo Testamento: Paolo, nella Lettera ai Romani (14,2) spiega che alcuni, forti nella fede, si nutrono di ogni cibo (senza preoccuparsi delle norme alimentari ebraiche), mentre altri, più deboli, preferiscono cibarsi solo di legumi. L’invito di Paolo è di non giudicare né gli uni né gli altri.
Questo cibo basilare è dunque segno della forza che viene da Dio, che supera ogni forza umana.
