IV Domenica di Quaresima – L’Etiopia

Pubblicato giorno 9 marzo 2024 - In home page, Novità e riflessioni, Riflessioni di Quaresima 2024

In questa quarta Domenica di Quaresima torniamo in Africa per conoscere il confitto in Etiopia.

Contesto geografico e politico: L’Etiopia si trova nell’Africa nordorientale a nord del Kenya, è una Nazione completamente continentale, fra le più popolose e povere del Continente. L’ambiente etiope risulta spesso aspro ed arido, buona parte del territorio è costituito da altipiani abbastanza elevati, con un’altitudine media di 1.330 metri sul livello del mare e la stessa capitale ed unica grande città dell’Etiopia, Addis Abeba, si trova a 2.355 metri d’altezza. La sua superficie è pari a 1.104.300 Km² (quasi 4 volte l´Italia) con una popolazione di 109.496.000 abitanti. (stime 2024)

L’Etiopia è una federazione costituita da 10 regioni e la popolazione appartiene ad un gran numero di gruppi etnici differenti (circa 80), soltanto due di questi superano la quota del dieci per cento, si tratta di Oromo (34,5%) ed Amhara (27%), che insieme costituiscono oltre 3/5 degli abitanti di questa Nazione; questa frammentazione di origine etnica può innescare inevitabilmente ed in qualsiasi momento una nuova scintilla di violenza le cui prospettive e i risultati sono molto imprevedibili.

La religione ortodossa etiope (43,5%) è la fede più professata, seguita da islamismo (34%) e protestantesimo (18,5%).

Da Civiltà cattolica

La guerra è di diretta derivazione di una pluriennale escalation, che ha  visto contrapposte le forze governative e il Fronte Popolare per la liberazione del Tigrè (TPLF). Il governo di Abiy Ahmed Ali, insediatosi nell’aprile del 2018 e per la prima volta sostenuto da una maggioranza oromo, ambiva a spezzare il monopolio del potere nel paese da trent’anni nelle mani dei TPLF; la controparte tigrina accusava Addis Abeba di discriminazioni, autoritarismo, esclusione, ambizioni genocidarie.

L’accerchiamento del Tigray da parte dell’esercito governativo da sud – e delle milizie eritree da nord – diede inizio alle ostilità il 4 novembre 2020. Se il TPLF era inizialmente sulla difensiva, l’alleanza con l’Esercito di liberazione degli Oromo (OLA) in  opposizione al governo federale diede nuovo slancio all’offensiva dei ribelli, giunti nell’autunno del 2021 a minacciare la stessa Addis Abeba, per poi ritirarsi e concentrare gli scontri soprattutto nel Tigray, Afar e Amhara. Le tregue spesso annunciate non hanno mai fermato massicci bombardamenti e rappresaglie, e la violazione dei diritti umani da entrambe le parti è stata diffusa e su larga scala.

Il difficile processo di pace è iniziato nel marzo 2022, nonostante le operazioni siano continuate per settimane, con una netta recrudescenza nel agosto 2022. Dopo l’inizio dei negoziati, nel novembre 2022, la permanente cessazione delle ostilità è stata proclamata – pur nell’assenza dal tavolo dei negoziati sia dell’Eritrea, fin dall’inizio fondamentale attore del conflitto, sia dell’OLA, con il dilagare del conflitto nella regione dell’Oromia, con violenze a sfondo etnico e bombardamenti contro i ribelli.

Dalla fine del 2022 non si registrano incidenti significativi nel Tigray e nell’Afar: regge una pace fragile, che ha quantomeno consentito la fine dei massacri e dei bombardamenti, la riapertura dei canali di rifornimento di medicinali e cibo, e il lento ritorno degli sfollati interni.

Quanto alla stabile pacificazione nell’intera Etiopia, al pieno ritorno alla normalità nel Tigray e nell’Amhara, e soprattutto al lungo percorso di ricostruzione della regione a fronte degli immensi danni umani, produttivi e infrastrutturali, la prospettive sembrano di lunga durata.

Il conflitto si è aggiunto ad altre crisi preesistenti, con cui l’Etiopia è da tempo alle prese: siccità, conflitti in altre parti del paese, sfollamenti, invasioni di locuste e conseguenze della pandemia di covid-19.

Il numero delle vittime di uno dei peggiori conflitti dall’inizio del secolo resta imprecisato per le pochissime informazioni e restrizioni all’accesso che per quasi tutto il suo svolgimento hanno caratterizzato lo scontro: le cifre più affidabili indicano fra 500.000 e 600.000 persone che hanno perso la vita per cause direttamente o indirettamente imputabili al conflitto.

Fonte: Caritas Italiana

Per approfondimenti sul tema:

https://www.nigrizia.it/notizia/etiopia-le-debolezze-di-una-quasi-pace-editoriale-nigrizia

https://www.focusonafrica.info/etiopia-si-e-firmato-laccordo-di-pace-dopo-due-anni-di-guerra-genocida/

Non solo guerra, non solo dolore…Nel cuore della regione del Tigray, ad Adwa è nata un’opera straordinaria per mano della sua fondatrice, suor Laura Girotto ormai ottantenne. Chi vuole approfondire la sua storia:

https://it.clonline.org/storie/mondo/2015/02/02/incantata-da-lui

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-08/ricchi-di-vite.html

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/alla-speranza-di-un-tigrai-senza-nulla-i-missionari-hanno-dato-il-nome-mar